17 settembre 2009

IL 23 OTTOBRE È SCIOPERO GENERALE


Cub, Cobas e SdL hanno indetto uno sciopero generale di 24 ore di tutti i lavoratori pubblici e privati per il 23 ottobre. Le organizzazioni di base ritengono indispensabile una forte risposta alla valanga di licenziamenti in corso, ai massicci tagli alla scuola pubblica con l'espulsione in massa dei precari, alla chiusura di aziende, alla ipotesi di gabbie salariali e all’attacco al contratto nazionale che, nella ritrovata unità dei sindacati concertativi, lascia solo il sindacalismo di base a difenderne il carattere unitario e solidaristico; al tentativo in corso di rendere i lavoratori subordinati ai destini delle aziende, alla xenofobia e al razzismo che il governo sta spargendo a piene mani. Generalizzare ed unificare le lotte in corso nella scuola, nelle fabbriche, nelle aziende e negli uffici, sono quindi gli obbiettivi immediati dello sciopero generale che si preannuncia già grande e partecipato. La articolata piattaforma dello sciopero rappresenta un ampio ed esauriente programma sul quale costruire mobilitazione, lotta, organizzazione e consenso, fornendo un alternativo e concreto strumento in mano ai lavoratori/trici, richiedendo il blocco dei licenziamenti e la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario; aumenti consistenti di salari e pensioni, introduzione di un reddito minimo garantito per tutti/e; aggancio dei salari e pensioni al reale costo della vita; cassa integrazione almeno all'80% del salario e reddito per i lavoratori '' atipici'', con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati/e; abrogazione della Bossi-Fini e del pacchetto sicurezza; sostegno delle energie rinnovabili, del risparmio energetico, del riassetto idrogeologico e contro il nucleare, la privatizzazione dell'acqua e l'incenerimento dei rifiuti;messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, delle scuole, dei trasporti, rifiutando la riduzione delle sanzioni per chi causa morti del lavoro, gravi infortuni, malattie professionali; contro i tagli di posti, classi e orari nella scuola pubblica e contro la legge Aprea; assunzione a tempo indeterminato dei precari e reinternalizzazione dei servizi;investimenti in un milione di alloggi popolari, tramite utilizzo di case sfitte e ristrutturazione e requisizioni del patrimonio immobiliare, blocco degli sfratti, canone sociale per i bassi redditi; diritto di uscita immediata per gli iscritti/e ai fondi-pensione chiusi; contro l’aumento dell’età pensionabile per le lavoratrici della P.A.; ritiro della riforma Brunetta; difesa del diritto di sciopero; fine del monopolio oligarchico di Cgil-Cisl-Uil sulla rappresentanza e i diritti sindacali, contro la pretesa padronale di scegliere le organizzazioni con cui trattare; pari diritti per tutte le organizzazioni dei lavoratori, rappresentanza elettiva democratica sui posti di lavoro e a livello regionale/nazionale.
Roma, 11 settembre 2009
CUB Pierpaolo Leonardi -Walter Montagnoli info 06762821 022666289
Confederazione Cobas Piero Bernocchi info 0670452452
SdL intercategoriale Fabrizio Tomaselli info 0659640004

Cub -Confederazione Cobas -SdL intercategoriale

7 agosto 2009

IL GOVERNO STRAVOLGE IL TESTO UNICO E AUMENTA L’INSICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

Il Ministro Sacconi ha detto che il Governo non è interessato alle norme eccessive e per questo ha stravolto il testo unico presentando al Consiglio dei ministri del 31 luglio un testo da respingere se vogliamo tutelare nel presente e in futuro la salute e la sicurezza dei lavoratori, perché di eccessivo ci sono solo le statistiche di feriti, mutilati e morti (in Italia ogni giorno 4 lavoratori muoiono per incidenti sul lavoro).

Nessun concorso per nuovi ispettori Asl addetti alla sicurezza. Oggi ce ne sono 5000 per 5 milioni di aziende e si annunciano solo ispezioni "mirate" che potrebbero diventare ispezioni pre-annunciate alle aziende.

Il documento di valutazione sui rischi per la salute e la sicurezza non dovrà essere depositato dal notaio, nè ci sarà una posta certificata per stabilirne la data. Così facendo si aggira l'obbligo della valutazione del rischio da parte delle aziende e si potrà predisporre il documento dei rischi ad incidenti avvenuti (meno obblighi per le imprese, meno soldi spesi per loro),

Per numerose violazioni si passa dalla sanzione penale a quella amministrativa. Sul lavoratore si scaricano molte responsabilità, per esempio l'obbligo della visita preassuntiva (vietata fino ad oggi dallo Statuto dei lavoratori), irrisoria diventa la tutela dei lavoratori in appalto e subappalto, e al contempo saranno dimezzate le sanzioni a carico delle aziende.

Si riduce la tutela sanitaria delle lavoratrici e dei lavoratori, superando la cartella sanitaria di rischio e la relazione del medico competente alle Asl, in questo modo scomparirà la tutela dalle malattie di origine professionale (che per quanto non riconosciute sono in continuo aumento).

Ma con il nuovo testo il governo raggiunge anche un altro obiettivo, ossia ridurre il potere di controllo e di intervento dei delegati alla sicurezza spostando molte competenze verso enti bilaterali (formati da imprese e Cgil Cisl Uil) che potranno certificare i documenti di rischio per conto delle imprese. Con gli enti bilaterali viene meno ogni ruolo di controllo e di opposizione da parte del sindacato e dei delegati scelti dai lavoratori, come al tempo del fascismo sindacati e padronato diventano la stessa cosa.

C'è poi un articolo, il 15 bis, una norma salva padroni grazie alla quale il datore di lavoro non risponderà della morte o dell'infortunio se l'evento è riconducibile alla responsabilità di un qualsiasi altro soggetto operante nel contesto produttivo (preposto, progettista, medico competente, lavoratore). Così le responsabilità verranno scaricate sui tecnici e non su chi viola le regole e taglia risorse solo per accrescere i propri profitti.

Una controriforma che distrugge anni di lavoro in materia di prevenzione e sicurezza per depenalizzare i reati e salvare i manager e i padroni delle aziende: questo è il testo presentato da Sacconi, un testo non emendabile ma da respingere in toto. Basta vedere il sostegno accordato dalla Cisl a sacconi, lo stesso sostegno che questi sindacati padronali accordano al governo sottoscrivendo accordi a perdere ogni giorno.


Confederazione Cobas PISA

VOI G8 SIETE IL TERREMOTO NOI SIAMO TUTTI AQUILANI/E

Questo striscione aprirà la Marcia contro il G8 e per la ricostruzione sociale al 100% della città, che – promossa dalla Rete Nazionale Contro il G8 - si svolgerà domani a L’Aquila, partendo dalla stazione di Paganica (ore 12) fino ai Giardini Comunali. Gli aquilani/e apriranno il corteo, con i lavoratori del Patto di Base (Cobas, Cub, SdL), con gli insegnanti che nelle tendopoli hanno continuato la didattica, con i vigili del fuoco che tanto hanno aiutato le popolazioni, con i giovani di Epicentro Solidale e Spazio 51, con i cittadini che osteggiano il G8, responsabile della crisi globale, e esigono la ricostruzione al 100%. Marceranno insieme a loro migliaia di persone di tutta Italia (da Roma almeno 10 pullman partiranno alle 10 dallo Scalo S.Lorenzo) in opposizione al G8, in sostegno alla lotta aquilana per una vera ricostruzione e contro le iniziative repressive di questi giorni nei confronti del movimento altermondialista (“noglobal”). E’ un movimento forte a livello mondiale di migliaia di reti, strutture sindacali, sociali, pacifiste, ambientaliste, antirazziste, femministe, che organizzano centinaia di milioni di persone e che, da almeno un decennio, contestano il dominio del profitto e della mercificazione globale, responsabile di una crisi mondiale che è economica e finanziaria, ma anche ambientale, climatica, energetica, alimentare e bellica. Non vogliamo essere noi a pagare la crisi causata dai padroni del globo: perciò abbiamo proposto, da Belem ad Atene, da Londra a Strasburgo, fino alle città italiane contro i G8 tematici dal 28 marzo in poi, un programma alternativo di uscita dalla crisi, egualitario, solidale, pacifico, ecologico, a favore dei popoli, dei lavoratori, dei più deboli e indifesi. Contro questa mobilitazione si è scagliata una stolida e bipartisan repressione, culminata nell’ignobile procedimento della magistratura torinese con i 21 arresti di militanti del movimento e nel violento attacco ai giovani che il 7 a Roma cercavano di bloccare il traffico, conclusosi con 36 fermi o arresti. La sorprendente alleanza tra il magistrato “eccellente” Caselli (da sempre in “quota” centrosinistra) e Maroni sembra riesumare (è la “assunzione di responsabilità” che D’Alema richiede al PD, in vista di “forti scosse” politiche?) il vecchio compromesso storico DC-PCI sulla pelle dei movimenti. Perché altrimenti un assurdo procedimento come quello di Torino? Perché 48 ore prima delle manifestazioni antiG8? Perché dipingere come “violento” un movimento che subisce 36 arresti senza che alcun poliziotto abbia il minimo danno? Perché nessuna protesta da parte del centrosinistra?

Ci vogliono spingere a scelte autolesioniste, ma non abbocchiamo: la Marcia a L’Aquila eviterà zone rosse e altre trappole, punterà pacificamente verso il centro di L’Aquila per riconsegnarlo simbolicamente ai suoi cittadini della campagna 100%. Ad essi chiediamo di aprire la Marcia e di condurla con noi fino ai Giardini Comunali, rilanciando con la massima visibilità le proprie proposte.

Contro il G8 responsabile della crisi, per la ricostruzione della città al 100%, tutti/e liberi

VENERDI’ 10 LUGLIO A L’AQUILA ore 12 marcia dalla staz.Paganica ai Giardini Comunali


Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS

IL 10 LUGLIO IN MARCIA VERSO L’AQUILA

CONTRO IL G8 RESPONSABILE DELLA CRISI GLOBALE

PER LA RICOSTRUZIONE SOCIALE AL 100% DELLA CITTA’

Otto anni dopo Genova il G8 torna in Italia. I responsabili della crisi economica, sociale, ambientale vengono a L’Aquila nel tentativo di dettare ai popoli del pianeta le loro politiche basare sull’esclusione, la guerra, lo sfruttamento, la devastazione ambientale, la precarizzazione del lavoro. Otto anni dopo le ragioni del movimento di Genova si sono rafforzate: il G8 è, ancor più di allora, illegittimo, fiera della vanità dei potenti, luogo impegnato esclusivamente a reiterare lo stato di ingiustizia globale.

Siamo contrari al G8 e lo abbiamo dimostrato in questi mesi, con il sostegno e l’approvazione del Forum Sociale Mondiale di Belem e di quello Europeo di Malmoe, a partire dalla manifestazione nazionale del 28 marzo a Roma, e poi con quelle di Siracusa, Torino, ancora Roma, Lecce e Vicenza no-Dal Molin, protestando contro i G8 tematici gestiti da coloro che hanno provocato la crisi globale e che vorrebbero continuare a guidare il mondo sulla stessa catastrofica china.
E’ il dominio incontrastato del profitto e della mercificazione totale – che il movimento noglobal contesta da almeno un decennio – il responsabile di una crisi mondiale che non è solo economica e finanziaria, ma anche ambientale, climatica, energetica, alimentare e bellica. Abbiamo detto in questi mesi che non vogliamo essere noi – popoli del mondo - a pagare la crisi causata dai padroni del globo: e abbiamo messo in campo, da Belem ad Atene, da Londra a Strasburgo, fino alle città italiane antiG8 , un programma alternativo di uscita dalla crisi, egualitario, solidale, pacifico, ecologico, a favore dei popoli, dei lavoratori, dei più deboli e indifesi.
Siamo in particolare contrari al G8 a L’Aquila. Al meschino tentativo del governo Berlusconi di usare il terremoto e le disgrazie della popolazione aquilana per tentare di impedire le legittime proteste contro il G8 e contro la gigantesca truffa della ricostruzione affaristica , imposta con la gestione proconsolare e militare delle tendopoli da parte della Protezione Civile, che utilizza di nuovo l’emergenza come dispositivo di controllo autoritario dei territori.
Il governo cerca di trasformare la tragedia degli aquilani in una gigantesca speculazione edilizia-vedi il decreto capestro sul terremoto 39/2009 trasformato in legge rigettando ogni emendamento- che ridisegni il territorio a favore di lorsignori, che cerchi di mascherare la più generale crisi economica della provincia e della regione, imponendo condizioni di vita drammatiche agli sfollati, azzerando ogni tentativo di partecipazione e ricostruzione dal basso, sociale e solidale, impedendo persino assemblee e riunioni nei campi e la diffusione di materiale informativo.
Berlusconi vuole usare il G8 per deprimere la crescente protesta degli aquilani – manifestatasi in modo cristallino nelle manifestazioni cittadine e in quella del 16 giugno a Roma davanti al Parlamento – che si sta unendo e rafforzando intorno alla CAMPAGNA 100%.
Ovvero: 100% DI RICOSTRUZIONE con contributi che coprano la totalità dei danni subiti da tutte le case e da tutte le attività; 100% DI PARTECIPAZIONE perché città e paesi vanno ricostruiti dagli abitanti; 100% DI TRASPARENZA, perché ogni euro impiegato va reso pubblico; 100% DI AQUILANI A L’AQUILA perché tutti/e devono tornare nelle loro case , e a settembre in particolare tutti gli studenti devono potere essere a scuola e nelle Università del loro territorio.
Nel quadro del programma condiviso dalle Assemblee nazionali svoltesi a L’Aquila il 1 e il 21 giugno, della mobilitazione antiG8 e contro la militarizzazione dei territori, oltre alle altre forme di protesta che ci hanno visto e ci vedranno impegnati/e in tante città – tra le quali ricordiamo quella del precedente Coordinamento antiG8 La Maddalena, il Forum “Contra su G8” a Sassari il 7-8 luglio - promuoviamo, tenendo conto della presenza anche a Roma delle delegazioni dei potenti del G8, le seguenti manifestazioni a carattere nazionale, a cui invitiamo a partecipare tutte le associazioni e le reti, le forze sindacali, politiche e sociali che hanno sostenuto in questi anni il movimento noglobal, per portare più vicino possibile al vertice G8 la nostra indignazione contro i responsabili della crisi globale e gli sciacalli speculatori del terremoto.

MARTEDI 7 LUGLIO A ROMA ore 17 P.Barberini

GIOVEDI 9 LUGLIO A ROMA ore 18 CIE di Ponte Galeria

VENERDI’ 10 LUGLIO A L’AQUILA ore 12 marcia dalla staz.Paganica ai Giardini Comunali (al centro di L’Aquila)

Rete Nazionale Contro il G8

Da Roma i bus per l’Aquila partiranno alle 9.30 dallo Scalo S.Lorenzo (parcheggio a Largo Passamonti, all’inizio di V.Scalo S.Lorenzo), prezzo 5 euro, informazioni e iscrizioni presso la sede Cobas di Roma tel.06 70452452; per chi intenda arrivare in macchina alla staz.Paganica (5 km dal centro), uscire dall’autostrada Roma-L’Aquila ad Aquila Est, prendere la SS 17, direzione Pescara-Sulmona, fino alla stazione.

10 luglio 2009

VOI G8 SIETE IL TERREMOTO NOI SIAMO TUTTI AQUILANI/E

Comunicato-stampa

Questo striscione aprirà la Marcia contro il G8 e per la ricostruzione sociale al 100% della città, che – promossa dalla Rete Nazionale Contro il G8 - si svolgerà domani a L’Aquila, partendo dalla stazione di Paganica (ore 12) fino ai Giardini Comunali. Gli aquilani/e apriranno il corteo, con i lavoratori del Patto di Base (Cobas, Cub, SdL), con gli insegnanti che nelle tendopoli hanno continuato la didattica, con i vigili del fuoco che tanto hanno aiutato le popolazioni, con i giovani di Epicentro Solidale e Spazio 51, con i cittadini che osteggiano il G8, responsabile della crisi globale, e esigono la ricostruzione al 100%. Marceranno insieme a loro migliaia di persone di tutta Italia (da Roma almeno 10 pullman partiranno alle 10 dallo Scalo S.Lorenzo) in opposizione al G8, in sostegno alla lotta aquilana per una vera ricostruzione e contro le iniziative repressive di questi giorni nei confronti del movimento altermondialista (“noglobal”). E’ un movimento forte a livello mondiale di migliaia di reti, strutture sindacali, sociali, pacifiste, ambientaliste, antirazziste, femministe, che organizzano centinaia di milioni di persone e che, da almeno un decennio, contestano il dominio del profitto e della mercificazione globale, responsabile di una crisi mondiale che è economica e finanziaria, ma anche ambientale, climatica, energetica, alimentare e bellica. Non vogliamo essere noi a pagare la crisi causata dai padroni del globo: perciò abbiamo proposto, da Belem ad Atene, da Londra a Strasburgo, fino alle città italiane contro i G8 tematici dal 28 marzo in poi, un programma alternativo di uscita dalla crisi, egualitario, solidale, pacifico, ecologico, a favore dei popoli, dei lavoratori, dei più deboli e indifesi. Contro questa mobilitazione si è scagliata una stolida e bipartisan repressione, culminata nell’ignobile procedimento della magistratura torinese con i 21 arresti di militanti del movimento e nel violento attacco ai giovani che il 7 a Roma cercavano di bloccare il traffico, conclusosi con 36 fermi o arresti. La sorprendente alleanza tra il magistrato “eccellente” Caselli (da sempre in “quota” centrosinistra) e Maroni sembra riesumare (è la “assunzione di responsabilità” che D’Alema richiede al PD, in vista di “forti scosse” politiche?) il vecchio compromesso storico DC-PCI sulla pelle dei movimenti. Perché altrimenti un assurdo procedimento come quello di Torino? Perché 48 ore prima delle manifestazioni antiG8? Perché dipingere come “violento” un movimento che subisce 36 arresti senza che alcun poliziotto abbia il minimo danno? Perché nessuna protesta da parte del centrosinistra?

Ci vogliono spingere a scelte autolesioniste, ma non abbocchiamo: la Marcia a L’Aquila eviterà zone rosse e altre trappole, punterà pacificamente verso il centro di L’Aquila per riconsegnarlo simbolicamente ai suoi cittadini della campagna 100%. Ad essi chiediamo di aprire la Marcia e di condurla con noi fino ai Giardini Comunali, rilanciando con la massima visibilità le proprie proposte.

Contro il G8 responsabile della crisi, per la ricostruzione della città al 100%, tutti/e liberi

VENERDI’ 10 LUGLIO A L’AQUILA ore 12 marcia dalla staz.Paganica ai Giardini Comunali

Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS

18 maggio 2009

Comunicato stampa sulla manifestazione del 16 maggio a Torino

UNA MANIFESTAZIONE CONSAPEVOLE E PARTECIPATA E UNA CONCLUSIONE CHE
EVIDENZIA DRAMMATICAMENTE L’ASSENZA DI RAPPRESENTANZA E DI UN
PROGETTO CONTRO L’ARROGANZA E LO STRAPOTERE FIAT.

Sabato 16 maggio a Torino il corteo contro la prospettata chiusura degli stabilimenti Fiat di Pomigliano e Termini Imerese e l’ulteriore ridimensionamento di Mirafiori è stato molto lungo e vivo, sia per la presenza degli operai torinesi sia per l’arrivo di numerose delegazioni da tutta Italia, Pomigliano in testa. La volontà unitaria di dare una risposta a Marchionne e la consapevolezza della posta in gioco – il tentativo dei padroni di utilizzare la loro crisi per costruire un’altra sconfitta del movimento dei lavoratori – hanno contraddistinto la manifestazione che durante tutto il percorso ha ricevuto il sostegno della popolazione nelle strade, dalle finestre e dai balconi. I lavoratori sono sfilati a migliaia senza rigide divisioni organizzative tra le sigle sindacali, con una naturale e spontanea ricerca di una risposta solidale e collettiva, ma anche con la preoccupazione di scongiurare un film già visto, ovvero l’ennesimo epilogo fatto di deserto industriale e di accordi di gestione di migliaia di licenziamenti collettivi mentre i profitti della Fiat continuano a essere garantiti soprattutto dal denaro pubblico. Una preoccupazione legittima, visto la sequenza di accordi a perdere cui tutti i sindacati concertativi ci hanno abituato in questi ultimi vent’anni. Per offuscare questo quadro sociale scandaloso puntualmente i mass-media anziché interrogarsi su come e quanto questa crisi sia stata costruita e venga utilizzata dai padroni, preferiscono invece inventarsi una violenza di piazza - meglio se targata “Cobas” - e a strumentalizzare la conclusione della manifestazione nel comizio davanti al Lingotto: di fronte ad una contestazione verbale, ma comunque comprensibile, a fronte della richiesta di intervento dal palco dello Slai-Cobas di Pomigliano il servizio d’ordine dei sindacati confederali non ha trovato di meglio che opporre resistenza fisica e la chiusura dell’impianto voce. Ben più grave e preoccupante della caduta dal palco (in realtà una piattaforma a mezzo metro dal suolo) del segretario Fiom Rinaldini – peraltro trattenuto da un esponente dello Slai-Cobas, come si nota dalle stesse foto dei quotidiani – caduta causata dal parapiglia conseguente al tentativo dei vertici confederali di impedire un intervento già concordato dei lavoratori di Nola, è il prossimo venturo ennesimo scivolamento politico e sociale di un sindacato concertativo le cui sigle si dividono tra chi - come Cisl, Uil e Ugl - è pronto a soddisfare qualsiasi progetto di Confindustria e chi - come la Cgil - si autorappresenta come baluardo democratico, ma paga il peso non indifferente di aver comunque concertato un quindicennio di perdita di diritti e di potere delle lavoratrici e dei lavoratori. Oggi il problema è quello di ricostruire una rappresentanza dei diritti sociali negati, di ridare voce, peso e dignità a milioni di lavoratori che sono soggetti sociali e politici, e non semplici fruitori di ammortizzatori sociali. La Confederazione Cobas sta cercando – sicuramente con fatica – di costruire questo percorso, senza proclamarsi a solutrice ma ricercando con tutte le forze disponibili un cammino comune e condiviso. Contro tutte le arroganze del potere, e anche contro le sue ricorrenti strumentalizzazioni e invenzioni mediatiche.

Torino, 17 maggio 2009 Confederazione Cobas

21 aprile 2009

Dai il 5 X Mille ad AZIMUT






Dai un contributo ai progetti internazionali dei Cobas Associazione Azimut - 5 x 1.000 Codice Fiscale 97342300585

Cosa è la contribuzione 5 per mille?

E’ la possibilità, per ogni singolo lavoratore, di destinare il 5 per mille delle tasse già detratte in busta paga agli enti senza scopo di lucro. Non si tratta quindi di alcun versamento aggiuntivo, ma di destinare dei soldi già pagati, anziché allo Stato, ad una associazione onlus. Per destinare questa quota, ogni singolo lavoratore deve compilare l’apposita casella contenuta nel Modulo 730 o UNICO, relativa alla contribuzione del 5 per mille, firmandola e apponendovi il

codice fiscale di Azimut: 97342300585.
L’attribuzione del 5 per mille non è sostitutiva dell’8 per mille.

Progetti di Azimut

La musica per crescere!

Roma -in collaborazione con “Associazione il Grande Cocomero” di Roma (conclusa prima fase – seconda fase in corso)

Il progetto era finalizzato all’adeguamento di una sala per prove musicali nei locali dell’Associazione “Il Grande Cocomero”. Scopo dell’iniziativa è stato quello di realizzare laboratori musicali rivolti agli adolescenti ricoverati presso il reparto di Neuro Psichiatria Infantile del Policlinico Umberto I° Roma. Nel 2009 è’ stata avviata la seconda fase del progetto attraverso l’allestimento di un studio di registrazione.

Coscienza sociale e attività per i giovani lavoratori arabi in Israele

Israele – in collaborazione con WAC - Workers Advice Center (concluso – 2005)

Iniziativa in sostegno agli adolescenti lavoratori arabi in Israele espulsi dalla scuola. Il progetto ha permesso di informare ed educare i giovani a valori quali la giustizia sociale, la responsabilità di gruppo, il volontariato nella società, l’opposizione all’occupazione militare, l’appoggio all’autodeterminazione della nazione palestinese e all’internazionalismo.

La patologia del piedetorto. Trasferimento di conoscenze in ambito sanitario tra l’Italia (Roma) e la Tanzania (Mara Region - Bunda District)

Roma – in collaborazione con l’Ufficio Stranieri dell’Azienda Policlinico Umberto I di Roma (concluso – 2007)

L’iniziativa ha permesso di operare 4 bambini della Tanzania affetti dalla patologia del “piede-torto” e di formare 2 medici e un’infermiera tanzaniani, attraverso una partecipazione diretta ad interventi chirurgici. Il personale medico formato in Italia ha contribuito a diffondere le conoscenze acquisite ad altri medici del Distretto di Bunda in Tanzania.

Turismo Responsabile nelle comunità della Mata Atlantica del Brasile

Brasile - in collaborazione con l’ Università di San Paolo (USP)/Brasile e l’Instituto Ing-Ong de Planejamento Socioambiental (in corso) Il progetto prevede di fornire un supporto logistico (adattamento delle strutture ricettive) e tecnico-formativo per lo sviluppo di micro-imprese presso le comunità locali, mediante l’ideazione di itinerari turistici autogestiti. L’area considerata è abitata da comunità che vivono situazioni di forte esclusione sociale (gruppi indigeni, pescatori, ex-schiavi afrodiscendenti) e possiede evidenti capacità attrattive di carattere naturalistico e storico-antropologico.


Scuola Permanente di Formazione di Leader in 5 regioni della Colombia

Colombia – in collaborazione con il COS-PACC e il Comitato Carlos Fonseca (in corso)

Il progetto prevede di realizzare una scuola permanente di formazione di leader comunitari promossa dalla organizzazione colombiana COS-PACC, nata dopo l’offensiva paramilitare contro le organizzazioni sociali a metà degli anni ’90. La Scuola ricopre un ruolo fondamentale nella formazione politica dei dirigenti delle organizzazioni sociali del Paese.

Salute materno-infantile. Sala operatoria e campagne di prevenzione e sensibilizzazione in Tanzania (Regione Mara – Distretto Bunda)

Tanzania – in collaborazione con Arcs-Arci Cultura e Sviluppo, il Policlinico Umberto I e diversi partner sanitari della Tanzania (in attesa di finanziamento)

Si prevede di creare una sala operatoria e di formare il personale medico e paramedico sulla salute materno-infantile presso l’Ospedale di Manyamanyama nel Nord della Tanzania. Si realizzerà anche una campagna di prevenzione (per 5.000 beneficiari), attraverso la creazione di un’Unità Sanitaria Mobile, presso i villaggi del Distretto di Bunda.

Scuole altrove

Italia – in collaborazione con il CESP (in attesa di finanziamento)

Il progetto ha l’obiettivo di favorire il rispetto della diversità al fine di rimuovere pregiudizi e sentimenti xenofobi. Si prevede di intervenire in 3 scuole secondarie di 2° grado in 9 regioni italiane: Piemonte, Friuli, Emilia, Toscana, Sardegna, Abruzzo, Lazio, Campania, Sicilia.

Il diritto allo studio. Scuola nel carcere di Rebibbia

Roma – in collaborazione con il CESP (in attesa di finanziamento)

Si tratta di un progetto indirizzato al plesso penale del carcere di Rebibbia, che persegue i seguenti obiettivi: 1) rafforzare le potenzialità di apprendimento degli studenti-detenuti migliorando la qualità didattica; 2) accrescere le competenze del corpo insegnante all’interno delle carceri.

Entro breve sarà completato il sito - www.azimut-onlus.it


20 aprile 2009

3 aprile 2009

50 MILA IN CORTEO A ROMA CONTRO IL G14

Comunicato-stampa

UNA VASTA ALLEANZA SOCIALE ANTI-CRISI VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL 23 APRILE

Mentre a Londra e in tante altre città europee si manifestava contro il G20, a Roma 50 mila persone hanno dato vita ad un combattivo e vivacissimo corteo di protesta contro il vertice dei ministri del Lavoro e del Welfare del G14, convenuti a Roma per riproporre le catastrofiche ricette economiche che hanno provocato la più grave crisi capitalistica del dopoguerra: tagli ai salari e alle pensioni, riduzione dei servizi sociali e dei beni comuni, aumento della precarietà, sostegno alle banche e ai potentati finanziari e industriali. I COBAS hanno promosso l’iniziativa insieme alle altre due organizzazioni del Patto di Base, CUB e SdL, sulla base di un Decalogo anti-crisi, di un Programma sociale che richiede il blocco dei licenziamenti, aumenti consistenti di salari e pensioni, reddito minimo garantito per chi non ha lavoro; aggancio dei salari e pensioni al costo della vita; cassa integrazione almeno all’80% del salario per tutti i lavoratori/trici; assunzione a tempo indeterminato dei precari; nuova occupazione mediante un Piano per energie rinnovabili ed ecocompatibili, per massicci investimenti per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e delle scuole e per il reperimento di un milione di alloggi popolari, tramite ristrutturazione e requisizioni del patrimonio immobiliare esistente; difesa del diritto di sciopero e di manifestare. Su questa piattaforma si sta formando in Italia una vasta alleanza sociale che si è espressa nel corteo di Roma e che vede agire insieme lavoratori dipendenti relativamente stabili e precari, occupanti di case e migranti, strutture che lavorano nei quartieri e studenti universitari e medi, giovani dei Centri sociali metropolitani e ambientalisti che si oppongono alla distruzione e all'inquinamento del territorio. Un ruolo rilevante nella manifestazione l'ha avuto il popolo della scuola pubblica, lavoratori e studenti che hanno portato in corteo il rifiuto della distruzione didattica e sociale che i ministri Tremonti e Gelmini vogliono imporre alla scuola, tramite catastrofiche "riforme" che, in particolare, taglieranno da settembre 57 mila posti di lavoro.
Il corteo ha battuto anche il tentativo liberticida di limitare drasticamente il diritto di manifestare a Roma, operato attraverso un Protocollo, firmato dal sindaco Alemanno, dai sindacati Cgil-Cisl-Uil e dai partiti parlamentari, che intenderebbe vietare il diritto di protesta nella grande maggioranza dei luoghi di conflitto e di protesta cittadina. Dopo giorni di tensione, culminati in una aggressione poliziesca agli studenti universitari, il corteo (e quelli che erano confluiti in esso, in particolare quello proveniente dall'Università) si è svolto regolarmente e senza incidenti su percorsi tradizionali che, in principio, Ministero degli Interni e polizia intendevano vietare. E ora l'alleanza sociale anti-crisi manifestatasi a Roma si approfondirà e si estenderà nel corso della preparazione della prossima tappa di lotta nazionale promossa dal Patto di Base (COBAS, CUB, SdL), lo sciopero generale del 23 aprile, con manifestazioni regionali.

9 marzo 2009

IL DIRITTO DI SCIOPERO NON SI TOCCA. GRANDE PRESENZA A TUTTE LE INIZIATIVE INDETTE DA CUB, COBAS E SDL

Srotolato striscione davanti sede Cisl “Chiuso per eccesso di ribasso”
La mobilitazione prosegue con la manifestazione nazionale del 28 marzo
Venerdì, 06 marzo 2009
Grande presenza oggi a tutte le iniziative organizzate nei principali capoluoghi italiani da CUB, Confederazione Cobas e SdL Intercategoriale per la prima giornata di mobilitazione contro l’attacco al diritto di sciopero ed in difesa del diritto al conflitto. Determinata la partecipazione di delegati e lavoratori, scesi in piazza per impedire che venga definito il progetto del governo teso ad aggredire diritti sindacali costituzionalmente tutelati. Il corteo di Roma, a cui hanno preso parte oltre 300 manifestanti, diretto alla Commissione di Garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero, si è fermato davanti alla sede della Cisl, dove sul portone è stato steso lo striscione “Chiuso per eccesso di ribasso”, in forte polemica con questo sindacato e col governo. La giornata odierna rappresenta una prima risposta al questo progetto di imposizione per legge della pace sociale. Per il prossimo 28 marzo, in occasione dell’incontro fra i Ministri del Lavoro e delle Politiche sociali del G14, CUB Cobas e SdL hanno promosso una manifestazione nazionale a Roma, a cui seguirà un grande sciopero generale per il 23 aprile con manifestazioni articolate sul piano regionale, che vede il diritto di sciopero e la democrazia sindacale fra i punti centrali della sua piattaforma.

Confederazione Cobas - CUB - SdL

6 marzo 2009

No all'abolizione del diritto di sciopero: il 6 marzo manifestazioni in tutto il Paese

Cub - Confederazione Cobas - SdL intercategoriale
Comunicato stampa


Contro il Governo che vuole abolire il diritto di sciopero, Cub, Confederazione Cobas e SdL intercategoriale hanno organizzato manifestazioni e presidi in molte città italiane per il giorno 6 marzo. A Roma appuntamento alle 16.30 a Largo Ponchielli per protestare davanti alla sede della Commissione di garanzia (anti-sciopero).
Il Governo, in accordo con la Confindustria e con l'assenso di Cisl, Uil e Ugl, procede nel disegno di cancellare le libertà e i diritti sindacali costituzionalmente tutelati.
Dietro il dichiarato intervento per il solo settore trasporti, già da solo inaccettabile ed assolutamente illegittimo, il Governo vuole predisporre una legislazione autoritaria per gestire la fase attuale e futura di grave crisi economica e per poter meglio reprimere le risposte dei lavoratori al tentativo di farne pagare a loro il costo. Lo scopo del governo è quindi quello di imporre per legge la pace sociale, vietando e criminalizzando il diritto di sciopero.
A ciò è indispensabile opporsi in modo netto e senza equivoci.
Il sindacalismo di base promuove una manifestazione nazionale a Roma il 28 marzo – quando si riuniranno i ministri del Lavoro e politiche sociali del G14 per far pagare la crisi ai salariati e ai settori popolari -e un grande sciopero generale per il 23 aprile, anche per difendere il diritto di sciopero e la democrazia sindacale.
Cub – Confederazione Cobas – SdL intercategoriale
3 marzo 2009

14 febbraio 2009

Smentita adesione Cobas allo sciopero FIOM/FP del 13/2

All'attenzione del gestore sito " www.coordinamento nazionale rsu.it "

Quanto appare nel vostro sito - link/ "ultimi inserimenti nel sito " - a proposito dell'adesione del "sindacato di base Cobas" allo sciopero del 13/2, indetto dalla Cgil meccanici e pubblico impiego, è destituito di ogni fondamento. Il comunicato Cobas che allegate è a firma solitaria della sede di Pisa, cosa di cui volutamente omettete di riferire, creando così un rilevante danno alle Federazioni Cobas Lavoro Privato e Cobas Pubblico Impiego che non si sono mai sognate di aderire allo sciopero del 13/2 e tale da indurre con questo vostro comportamento i lavoratori Cobas ignari allo sciopero.
Ribadiamo che lo sciopero del 13/2 non ci appartiene, divergono gli approcci, le piattaforme e le modalità di confliggere nella crisi. Come anche indicato da ultimo nell'Assemblea del Patto di Base il 7/2 a Roma, stiamo manifestando la nostra opposizione agli inaccettabili proponimenti del governo e della Confindustria, attraverso scioperi ed azioni dirette in fabbrica e nei luoghi di lavoro, sul territorio e a livello regionale, che confluiranno - insieme alle altre molteplici resistenze sociali, civili e ambientali, - nella grande manifestazione del 28 marzo, contro l'articolazione del G8 convocato a Roma " sul lavoro nella crisi" (ovvero le ricette liberiste - assistenziali dei big mondiali intese a far pagare la crisi ai lavoratori e ai ceti popolari) e nello sciopero generalizzato del 23 aprile.
Stante dunque la notizia " falsa e tendenziosa"che appare sul vostro sito pretendiamo una rapida smentita e rettifica, con la pubblicazione di questa nostra comunicazione.in rilevante evidenza.

Vincenzo Miliucci/Cobas Lavoro Privato
Maurizio Russo/Cobas Pubblico Impiego

5 febbraio 2009

27 gennaio 2009

RESPINGIAMO L’ACCORDO SUL NUOVO MODELLO CONTRATTUALE

La crisi dilaga, cassintegrazione, centinaia di migliaia di licenziamenti
dei precari sono in corso, salari e pensioni perdono sempre più potere
d’acquisto, una finanziaria lacrime e sangue taglia nel triennio 8
miliardi di euro alla scuola e 7 alla sanità pubblica.
In tale clima politico-sociale, arriva inesorabile, come una cambiale in
scadenza, l’accordo a perdere del 22 gennaio sul nuovo modello contrattuale
per il lavoro dipendente privato e pubblico, accordo peggiorativo rispetto a quello
già famigerato del 23 luglio 1993, che inaugurò la stagione della
concertazione.
Cisl-Uil-Ugl si rivelano ancora una volta totalmente subordinati
alla “premiata” ricetta di Confindustria e governo: liquidazione
del contratto collettivo nazionale e salari agganciati alla produttività.
Altro che affrontare l’emergenza salariale! Il CCNL, il suo valore
universalistico viene nettamente ridimensionato, gli unici scarsissimi
aumenti si potranno avere con la contrattazione di secondo livello (cioè il
20% dei lavoratori), favorita con misure aggiuntive di decontribuzione
(opera del passato governo Prodi) e di detassazione (opera del governo
Berlusconi); per accedere a tali miserabili aumenti bisognerà raggiungere
in azienda determinati parametri di “produttività, redditività, qualità, efficienza,
efficacia”, agevolando così il supersfruttamento e la reintroduzione del
cottimo.In più i nuovi contratti nazionali non avranno durata biennale, ma
triennale (a livello economico che normativo), erodendo un’altra quota dei
nostri magri salari.Si vantano che i risibili aumenti salariali nei futuri rinnovi
contrattuali non saranno più legati all’inflazione programmata, ma ad un indice
deiprezzi al consumo armonizzato a livello europeo (IPCA) …che però viene
depurato dall’aumento dei prodotti energetici!
Lo hanno decantato come un accordo di svolta; le relazioni tra sindacati,
padroni e governo sono state definite non più conflittuali, ma
collaborative. Infatti…Cisl-Uil-Ugl hanno scelto da un pezzo la
strada del collaborazionismo corporativo, pertanto naturalmente
sottoscrivono senza pudore il loro aumentato peso negli enti bilaterali,
che non solo subordinano gli interessi dei lavoratori a quelli dei
padroni, ma, tramite tali strumenti, sindacati concertativi e padroni
controllano il Collocamento e in parte divengono diretti erogatori degli
ammortizzatori sociali (come l’indennità di disoccupazione).
La Cgil, con uno scatto di dignità, non ha firmato, ma come fidarsi del
maggior sindacato concertativo, che, in maggio, insieme a Cisl e Uil, aveva
elaborato il documento da cui è partita la trattativa per la controriforma
della contrattazione? Non è un caso che Governo- Confindustria-Cisl-Uil,
sottolineando che l’accordo è sperimentale e dura quattro anni,
dichiarino che la porta per la Cgil è sempre aperta.
Intanto si ipotizzano altre regole vessatorie su rappresentanza e
rappresentatività sindacale, si fissano nuove moratorie degli
scioperi durante le trattative per i rinnovi contrattuali. Ed
addirittura, punto 18 dell’accordo, si stabilisce di impedire l’esercizio
del diritto di sciopero al sindacalismo di base nelle aziende del servizio
pubblico locale.

Tutto ciò è intollerabile. Respingiamo al mittente questo frutto marcio
della concertazione e del corporativismo sindacal-padronale.

17 gennaio 2009

Il Cobas vinve contro FIAT Auto


La Corte d’Appello di Torino condanna la Fiat per condotta antisindacale
IL COBAS VINCE CONTRO FIAT AUTO
Nella confluenza del Cobas Mirafiori nella Confederazione Cobas, la Fiat aveva colto l’occasione del cambio di denominazione, per togliere la trattenuta in busta paga che dal 1996 era un diritto acquisito dei/lle duecento lavoratori e lavoratrici aderenti al Cobas Mirafiori. Ce la siamo vista brutta. Il Cobas non ha protezionne né le mani in pasta in attività lucrose come quelle dei sindacati concertativi. Viviamo solo delle entrate delle tessere, che servono giusto a mantenere le due sedi, -quella provinciale e quella di Mirafiori - e un assiduo lavoro militante. Nel Cobas non ci sono funzionari da mantenere, nè spese di rappresentanza. La nostra unica rappresentanza sono le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici. Il costo che ogni giorno paghiamo è quello irriducibile dei
nostri ideali.

Confederazione COBAS Torino
Sede PROVINCIALE CONF. COBAS TORINO: Via San Bernardino 4 . tel/ fax 011 334345 - cobas@cobastorino.org Sede MIRAFIORI: Via Cercenasco 23/c . Torino Tel
01119822034 - cobasmirafiori@cobastorino.org ROMA, viale Manzoni 55 - Tel
670452452 - Fax 067 7206060 – email cobas@cobas.it

8 gennaio 2009

FERMIAMO IL MASSACRO DI GAZA!

CONTRO LA PULIZIA ETNICA E IL TERRORISMO DI STATO ISRAELIANO

E’ partito sabato mattina l’attacco dell’esercito di occupazione israeliano sulla inerme popolazione civile palestinese già stremata da un lungo embargo che ha reso insufficienti e privi di strumenti adeguati gli ospedali della Striscia di Gaza. A poche ore dai primi raid aerei israeliani sulla Striscia si contano già 155 morti e 270 feriti gravissimi, un bilancio destinato purtroppo a crescere. Tra le vittime, dicono i mezzi d’informazione ufficiale, tante donne e tanti bambini, i cui corpi stanno arrivando a brandelli negli ospedali; secondo le fonti sanitarie di Gaza occorrerà trasferire i feriti più gravi in Egitto e non c’è un sufficiente numero di elicotteri per trasportarli.

I morti e i feriti di Gaza sono l’ennesima testimonianza della pulizia etnica che lo Stato israeliano da 60 anni sta portando avanti attraverso una guerra di occupazione, di apartheid, di violenza militare sull’intera popolazione palestinese. Il pretesto dell’attacco “difensivo” dai missili qassam, che il primo ministro Olmert si è affrettato a propinare questa mattina ai ministri degli esteri di tutto il mondo, vuole spostare l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale sul fatto che a Gaza un milione e mezzo di persone sta rischiando la morte da quasi due anni di embargo, che ogni giorno produce vittime.

Complici del terrorismo di Stato israeliano, l’appoggio militare statunitense e il silenzio dei governi europei, che lasciano che in Medio Oriente prosegua a compiersi indisturbato il tentativo di cancellare la Palestina dalle cartine geografiche, e con essa il suo popolo. E’ ormai evidente come alla condanna da parte della comunità internazionale dei crimini del nazifascismo non si accompagni ugualmente la condanna della storia e dell’attualità del progetto aberrante di cancellare il popolo palestinese.

NON C’E’ TEMPO DA PERDERE!!! FERMATE IL MASSACRO DI GAZA!!!

per

- L’IMMEDIATO STOP ALL’ATTACCO MILITARE SULLA STRISCIA DI GAZA

- LA FINE DELL’EMBARGO CONTRO LA POPOLAZIONE PALESTINESE DI GAZA

- IL CONGELAMENTO DI TUTTI GLI ACCORDI POLITICI ECONOMICI E MILITARI TRA L’ITALIA E ISRAELE

- LA FINE DELL’OCCUPAZIONE ISRAELIANA DELLA PALESTINA



VITA, TERRA E LIBERTA’ PER IL POPOLO PALESTINESE

Comunità Palestinese Roma e Lazio, Comitato “Con la Palestina nel Cuore”, Mezzaluna Rossa Palestinese in Italia, Forum Palestina, RdB, Confederaziune Cobas , Collettivo Antagonista Primavalle, Corrispondenze Metropolitane, Circolo Comunista Stefano Chiarini, Compagne e Compagni di Roma, Rete dei Comunisti