27 gennaio 2009

RESPINGIAMO L’ACCORDO SUL NUOVO MODELLO CONTRATTUALE

La crisi dilaga, cassintegrazione, centinaia di migliaia di licenziamenti
dei precari sono in corso, salari e pensioni perdono sempre più potere
d’acquisto, una finanziaria lacrime e sangue taglia nel triennio 8
miliardi di euro alla scuola e 7 alla sanità pubblica.
In tale clima politico-sociale, arriva inesorabile, come una cambiale in
scadenza, l’accordo a perdere del 22 gennaio sul nuovo modello contrattuale
per il lavoro dipendente privato e pubblico, accordo peggiorativo rispetto a quello
già famigerato del 23 luglio 1993, che inaugurò la stagione della
concertazione.
Cisl-Uil-Ugl si rivelano ancora una volta totalmente subordinati
alla “premiata” ricetta di Confindustria e governo: liquidazione
del contratto collettivo nazionale e salari agganciati alla produttività.
Altro che affrontare l’emergenza salariale! Il CCNL, il suo valore
universalistico viene nettamente ridimensionato, gli unici scarsissimi
aumenti si potranno avere con la contrattazione di secondo livello (cioè il
20% dei lavoratori), favorita con misure aggiuntive di decontribuzione
(opera del passato governo Prodi) e di detassazione (opera del governo
Berlusconi); per accedere a tali miserabili aumenti bisognerà raggiungere
in azienda determinati parametri di “produttività, redditività, qualità, efficienza,
efficacia”, agevolando così il supersfruttamento e la reintroduzione del
cottimo.In più i nuovi contratti nazionali non avranno durata biennale, ma
triennale (a livello economico che normativo), erodendo un’altra quota dei
nostri magri salari.Si vantano che i risibili aumenti salariali nei futuri rinnovi
contrattuali non saranno più legati all’inflazione programmata, ma ad un indice
deiprezzi al consumo armonizzato a livello europeo (IPCA) …che però viene
depurato dall’aumento dei prodotti energetici!
Lo hanno decantato come un accordo di svolta; le relazioni tra sindacati,
padroni e governo sono state definite non più conflittuali, ma
collaborative. Infatti…Cisl-Uil-Ugl hanno scelto da un pezzo la
strada del collaborazionismo corporativo, pertanto naturalmente
sottoscrivono senza pudore il loro aumentato peso negli enti bilaterali,
che non solo subordinano gli interessi dei lavoratori a quelli dei
padroni, ma, tramite tali strumenti, sindacati concertativi e padroni
controllano il Collocamento e in parte divengono diretti erogatori degli
ammortizzatori sociali (come l’indennità di disoccupazione).
La Cgil, con uno scatto di dignità, non ha firmato, ma come fidarsi del
maggior sindacato concertativo, che, in maggio, insieme a Cisl e Uil, aveva
elaborato il documento da cui è partita la trattativa per la controriforma
della contrattazione? Non è un caso che Governo- Confindustria-Cisl-Uil,
sottolineando che l’accordo è sperimentale e dura quattro anni,
dichiarino che la porta per la Cgil è sempre aperta.
Intanto si ipotizzano altre regole vessatorie su rappresentanza e
rappresentatività sindacale, si fissano nuove moratorie degli
scioperi durante le trattative per i rinnovi contrattuali. Ed
addirittura, punto 18 dell’accordo, si stabilisce di impedire l’esercizio
del diritto di sciopero al sindacalismo di base nelle aziende del servizio
pubblico locale.

Tutto ciò è intollerabile. Respingiamo al mittente questo frutto marcio
della concertazione e del corporativismo sindacal-padronale.

17 gennaio 2009

Il Cobas vinve contro FIAT Auto


La Corte d’Appello di Torino condanna la Fiat per condotta antisindacale
IL COBAS VINCE CONTRO FIAT AUTO
Nella confluenza del Cobas Mirafiori nella Confederazione Cobas, la Fiat aveva colto l’occasione del cambio di denominazione, per togliere la trattenuta in busta paga che dal 1996 era un diritto acquisito dei/lle duecento lavoratori e lavoratrici aderenti al Cobas Mirafiori. Ce la siamo vista brutta. Il Cobas non ha protezionne né le mani in pasta in attività lucrose come quelle dei sindacati concertativi. Viviamo solo delle entrate delle tessere, che servono giusto a mantenere le due sedi, -quella provinciale e quella di Mirafiori - e un assiduo lavoro militante. Nel Cobas non ci sono funzionari da mantenere, nè spese di rappresentanza. La nostra unica rappresentanza sono le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici. Il costo che ogni giorno paghiamo è quello irriducibile dei
nostri ideali.

Confederazione COBAS Torino
Sede PROVINCIALE CONF. COBAS TORINO: Via San Bernardino 4 . tel/ fax 011 334345 - cobas@cobastorino.org Sede MIRAFIORI: Via Cercenasco 23/c . Torino Tel
01119822034 - cobasmirafiori@cobastorino.org ROMA, viale Manzoni 55 - Tel
670452452 - Fax 067 7206060 – email cobas@cobas.it

8 gennaio 2009

FERMIAMO IL MASSACRO DI GAZA!

CONTRO LA PULIZIA ETNICA E IL TERRORISMO DI STATO ISRAELIANO

E’ partito sabato mattina l’attacco dell’esercito di occupazione israeliano sulla inerme popolazione civile palestinese già stremata da un lungo embargo che ha reso insufficienti e privi di strumenti adeguati gli ospedali della Striscia di Gaza. A poche ore dai primi raid aerei israeliani sulla Striscia si contano già 155 morti e 270 feriti gravissimi, un bilancio destinato purtroppo a crescere. Tra le vittime, dicono i mezzi d’informazione ufficiale, tante donne e tanti bambini, i cui corpi stanno arrivando a brandelli negli ospedali; secondo le fonti sanitarie di Gaza occorrerà trasferire i feriti più gravi in Egitto e non c’è un sufficiente numero di elicotteri per trasportarli.

I morti e i feriti di Gaza sono l’ennesima testimonianza della pulizia etnica che lo Stato israeliano da 60 anni sta portando avanti attraverso una guerra di occupazione, di apartheid, di violenza militare sull’intera popolazione palestinese. Il pretesto dell’attacco “difensivo” dai missili qassam, che il primo ministro Olmert si è affrettato a propinare questa mattina ai ministri degli esteri di tutto il mondo, vuole spostare l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale sul fatto che a Gaza un milione e mezzo di persone sta rischiando la morte da quasi due anni di embargo, che ogni giorno produce vittime.

Complici del terrorismo di Stato israeliano, l’appoggio militare statunitense e il silenzio dei governi europei, che lasciano che in Medio Oriente prosegua a compiersi indisturbato il tentativo di cancellare la Palestina dalle cartine geografiche, e con essa il suo popolo. E’ ormai evidente come alla condanna da parte della comunità internazionale dei crimini del nazifascismo non si accompagni ugualmente la condanna della storia e dell’attualità del progetto aberrante di cancellare il popolo palestinese.

NON C’E’ TEMPO DA PERDERE!!! FERMATE IL MASSACRO DI GAZA!!!

per

- L’IMMEDIATO STOP ALL’ATTACCO MILITARE SULLA STRISCIA DI GAZA

- LA FINE DELL’EMBARGO CONTRO LA POPOLAZIONE PALESTINESE DI GAZA

- IL CONGELAMENTO DI TUTTI GLI ACCORDI POLITICI ECONOMICI E MILITARI TRA L’ITALIA E ISRAELE

- LA FINE DELL’OCCUPAZIONE ISRAELIANA DELLA PALESTINA



VITA, TERRA E LIBERTA’ PER IL POPOLO PALESTINESE

Comunità Palestinese Roma e Lazio, Comitato “Con la Palestina nel Cuore”, Mezzaluna Rossa Palestinese in Italia, Forum Palestina, RdB, Confederaziune Cobas , Collettivo Antagonista Primavalle, Corrispondenze Metropolitane, Circolo Comunista Stefano Chiarini, Compagne e Compagni di Roma, Rete dei Comunisti